Il cantiere sempre aperto di ingegneria giuridica, quale è quello della transazione, in parte già analizzato nel fecondo passaggio dal commento all’umanesimo giuridico con specifico riguardo ai profili teorico-dottrinali ( ), può esser ulteriormente studiato per offrire una testimonianza dell’impegno lungimirante della dottrina che di poco ha preceduto la ventata codificatoria, preparandola. L’intento perseguito con il presente lavoro è, infatti, duplice: da una parte, sottolineare quanto è stato ancora trascurato e smarrito per strada; dall’altra, raccontare la consistenza storica delle intuizioni già raccolte per tracciare un nuovo percorso che si faccia forte delle certezze acquisite, deponendo le questioni ormai cadute in desuetudine e concentrandosi su tre giunti tematici: la definizione, la qualificazione contrattuale, l’irretrattabilità. Nel pensiero della scienza giuridica quelli citati non solo restano i poli di un campo di tensione per addivenire ad una sempre maggiore definizione del fenomeno compositivo, ma giustificano altresì la persistenza, ancora attuale, di alcune criticità nella comprensione della fattispecie in esame. Persino oggi, a dispetto della collocazione nel vigente codice civile e della chiara rappresentazione in termini contrattualistici offerta dall’art. 1965 , la transazione è resta un fenomeno complesso le cui suggestioni meritano di essere indagate.